Dopo la Morte
Che cosa è la "morte"? Cosa si intende con questa parola? Che cosa accade dopo la morte? Per molti la parola "morte" vuol dire semplicemente "cessazione della vita". L’obiettivo del nostro studio è di dare una risposta a questi interrogativi alla luce della Sacra Scrittura.
La Scrittura menziona tre generi di "morte":
Morte fisica
Morte spirituale
Morte seconda o eterna.
E’ fondamentale tenere presente che l’uomo oltre che un essere fisico, è anche un essere spirituale. La Scrittura insegna che l’uomo è una trinità: spirito, anima e corpo.
Ora il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo sia conservato irreprensibile per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo. (1Tessalonicesi 5:23)
Lo spirito è la parte attraverso cui l’uomo può comunicare e mettersi in relazione con Dio; l’anima è la parte che racchiude la personalità dell’uomo (pensiero, sentimenti, intelletto e volontà). Il corpo è la parte visibile e fisica dell’essere umano che permette di comunicare e interagire col mondo esterno per mezzo dei cinque sensi (vista, udito, olfatto…).
Morte Fisica
La "morte fisica" consiste nella
separazione dell’anima e dello spirito dal corpo. Quando l’uomo
muore, la sua vita corporale sulla terra termina, ma l’anima e lo spirito, che
sono immortali, si sperarono dal corpo e sono trasportati in un’altra dimensione
nella quale noi e la nostra coscienza continuiamo ad esistere. Quindi, dopo la
morte fisica, la vita continua. (vedi Luca 16:19-31).
La "morte fisica" non deve essere vista come un processo naturale ed inevitabile che mette fine all’esistenza umana. Dio, infatti, non ha creato l’uomo perché morisse, ma la morte è entrata nel mondo a causa del peccato di Adamo e si è propagata a tutto il genere umano (Romani 5:12). La morte fisica, pertanto, va vista piuttosto come un giudizio, una maledizione caduta sull’uomo come conseguenza della sua disubbidienza a Dio.
Morte Spirituale
La "morte spirituale" consiste
nella separazione tra Dio e l’uomo. Questa separazione avvenne per la
prima volta quando Adamo disubbidì al comando di Dio mangiando del frutto
dell’albero della Conoscenza del bene e del male. Difatti Dio disse ad Adamo:"…
perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai"(Genesi 2:17).
Così Adamo fu immediatamente
scacciato dal giardino di Eden, ossia lontano dalla presenza di Dio, e destinato
a morire. Tuttavia, egli prima di morire fisicamente, era già morto
spiritualmente. Ogni uomo, infatti, lontano dalla presenza Dio è "morto nello
spirito"; anche se vive sulla terra, non potendo avere comunione col suo
Creatore, godere della Sua pace, della Sua gioia, del Suo amore, la sua anima è
in travaglio. A causa del peccato tutti gli uomini sono morti spiritualmente.
Cristo Gesù è venuto sulla terra per riconciliare l’uomo con Dio salvandolo dalla morte:
Egli ha vivificato anche voi, che eravate morti nei falli e nei peccati. (Efesini 2:1)
Infatti, quando un peccatore si
ravvede e confida nell’opera redentrice di Cristo Gesù la Scrittura dichiara che
egli è passato dalla "morte alla vita".
In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. (Giovanni 5:24)
Morte Seconda o Eterna
Se l’uomo, durante il suo soggiorno
terreno, non si ravvede dai suoi peccati, una volta morto corporalmente è
destinato ad andare incontro alla "morte eterna", detta anche "morte seconda".
La morte eterna non consiste nella fine dell’esistenza, ma nella
separazione eterna da Dio e nel patire la punizione eterna.
Nel giorno del giudizio finale, infatti, tutti coloro che comparendo dinanzi al
Trono Bianco e che non saranno trovati scritti nel Libro della vita
saranno gettati nello stagno di fuoco, il quale è chiamato, la morte seconda.
Apocalisse 20:12-15 E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti
davanti a Dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un altro libro, che è il
libro della vita; e i morti furono giudicati in base alle cose scritte nei libri
secondo le loro opere.
E il mare restituì i morti che erano in esso, la morte e l'Ades restituirono i
morti che erano in loro, ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue
opere. Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la
morte seconda. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu
gettato nello stagno di fuoco.
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Lo stato intermedio
Dopo aver analizzato i tre tipi di
morte citati dalle Scritture, la domanda che sorge è: che cosa avviene dopo la
morte fisica? Il credente sa molto bene, come insegna la Bibbia, che ci sarà una
risurrezione. Ci sarà una risurrezione non soltanto per i giusti, ma anche per
gli ingiusti ("… quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita;
quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio." Giovanni 5:29;
Daniele 12:2).
La risurrezione dei giusti avverrà al ritorno di Gesù Cristo, invece quella
degli ingiusti avverrà al momento del Giudizio Finale, dinanzi al Trono Bianco.
Tra la "morte fisica" e "la risurrezione" vi è un arco di tempo che è chiamato
Stato Intermedio. Prima di esaminare ciò che la Sacra Scrittura
dice in merito allo "Stato Intermedio", credo sia opportuno esaminare alcuni
punti di vista errati, diffusamente conosciuti a riguardo.
False dottrine
Il Purgatorio
Alcuni teorici fanno coincidere il
cosiddetto "stato intermedio" con l’esistenza di un luogo detto Purgatorio.
La durata del soggiorno in questo luogo dipenderebbe dalla serietà dei peccati
commessi e può essere accorciata mediante preghiere ed elemosine fatte a favore
dei defunti da parte dei parenti.
Secondo questa dottrina, infatti: "Coloro che muoiono nella grazia e
nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi
della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la morte, ad una
purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella
gloria del cielo" (Catechismo della Chiesa Cattolica Romana 1030).
Questa dottrina si fonda su un brano contenuto nell’Apocrifa di II Maccabei
12:41-45. E’ bene notare che i Libri Apocrifi NON furono inclusi nella Canonica
della Sacra Scrittura in quanto ritenuti NON autentici, nonostante ciò essi sono
stati inclusi nella Bibbia Cattolica Romana (forse per sostenere dottrine extra
Bibliche …).
E’ bene sapere che questa teoria della "purificazione graduale" dei peccati nel
Purgatorio non trova alcun riscontro nella Sacra Scrittura, essa peraltro
contraddice e vìola il chiaro insegnamento biblico della piena sufficienza del
Sangue di Gesù per la purificazione dei peccati e della salvezza per grazia,
mediante la fede in Lui. La Bibbia ci insegna che il sacrificio di Gesù sulla
croce è completo e perfetto, valido una volta per sempre a purificare
interamente l’uomo da ogni peccato e a salvarlo dalla morte eterna.
Per mezzo di questa volontà, noi siamo santificati mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.(Ebrei 10:10)
… (Egli) dopo aver offerto per sempre un unico sacrificio per i peccati, si è posto a sedere alla destra di Dio.(Ebrei 10:12)
Con un'unica offerta, infatti, Egli ha reso perfetti per sempre coloro che sono santificati.
(vedi: Rom.3:24-28, 5:1-2; 9-10;
8:1, 31-39; Efe.2:8-10, Ebr.7:22-28.)
La Scrittura spesso rappresenta la morte come dormire
In risposta a questa considerazione cito la spiegazione che offre W.E. Vine:
L’uso metaforico della parola "dormire" è da attribuire, in primo luogo, alla somiglianza esteriore tra un corpo che dorme e un corpo morto: difatti, quiete e pace generalmente caratterizzano entrambi. In secondo luogo come il "dormiente" non cessa di esistere (né perde coscienza NdR) mentre il suo corpo dorme, allo stesso modo la persona "morta" continua a esistere, nonostante non sia presente fisicamente sulla terra.
Pertanto l’uso del termine "dormire" per descrivere la morte ha senso puramente figurativo ed eufemistico e sottolinea il fatto che l’essere umano dopo la morte terrena, continua a vivere.
Alcuni passaggi biblici sembrano insegnare che i morti giacciono in uno stato di incoscienza.
Quando il suo spirito se ne va,
egli ritorna alla terra, e in quello stesso giorno i suoi progetti periscono.
(Salmi 146:4)
I viventi infatti sanno che
moriranno ma i morti non sanno nulla; per loro non c'è più alcuna ricompensa,
perché la loro memoria è dimenticata. (Ecclesiaste 9:5)
In questi brani le osservazioni
sulla condizione di chi muore sono fatte dalla prospettiva dei viventi. Agli
occhi del salmista, oramai, la persona morta non può più godere o essere
coinvolta nelle faccende della vita terrena, i morti non possono più prendere
parte alle attività dei viventi e perciò non sanno più nulla.
Tuttavia, altri passi della Scrittura rivelano che dopo la morte terrena,
l’individuo continua ad essere pienamente cosciente di ciò che accade intorno a
lui. A questo proposito, il racconto di Gesù pertinente l’Uomo ricco e
Lazzaro è sufficientemente esplicito nel chiarire ogni dubbio. Infatti,
l’uomo ricco, pur trovandosi nel soggiorno dei morti, è pienamente sveglio e
cosciente tanto che ha la facoltà di vedere, riconoscere individui, comunicare,
soffrire, ricordare il suo passato in modo razionale. (vedi: Luca 16:22-31)
L’apostolo Paolo mette in rilievo
questo aspetto scrivendo nella seconda epistola ai Corinzi: "Noi sappiamo che
mentre dimoriamo nel corpo, siamo lontani dal Signore. Camminiamo infatti per
fede, e non per visione. Ma siamo fiduciosi e abbiamo molto più caro di partire
dal corpo e andare ad abitare con il Signore. Perciò ci studiamo di essergli
graditi, sia che abitiamo nel corpo, sia che partiamo da esso. 2Corinzi 5:6-9
L’apostolo dichiara che essendo
nel corpo "siamo lontani dal Signore" invece "partire dal corpo"
significa "andare ad abitare con il Signore". Egli afferma, inoltre, che
sia da vivi (se abitiamo nel corpo) che da "morti" (se siamo separati dal corpo)
è possibile essere graditi a Dio. Come potrebbe un individuo privo di coscienza,
comportarsi in modo da essere gradito o meno al Signore?
Ciò dimostrerebbe che dopo la morte terrena, l’individuo continua a rimanere del
tutto cosciente e in pieno possesso delle sue facoltà sensoriali e mentali. Da
ciò ne deriva la chiara conclusione che, anche senza il corpo, lo spirito e
l’anima dell’essere umano continuano ad essere perfettamente funzionanti. (vedi:
Apoc.7:9-17; Isa.14:9-11; Ebr.12:22-24; Apoc.6:9-10)
Annichilimento
Questa dottrina è relativa
principalmente ai non salvati. Secondo questo insegnamento gli individui che non
sono salvati quando muoiono perdono completamente coscienza e cessano del tutto
di esistere. Questa teoria dell’annichilimento, ossia del totale
annullamento della vita dopo la morte, non ha alcun fondamento biblico.
Nel noto sermone delle pecore e delle capre il Signore, infatti, ci mostra
chiaramente quale sarà il futuro del non credente (il maledetto) e del credente
(il giusto) dopo la morte:
"E questi andranno nelle pene
eterne e i giusti nella vita eterna" (Matteo 25:46)
Questo passo della Scrittura rivela
che sia l’esistenza dei i giusti (le pecore) che quella degli ingiusti (le
capre) non si annulla dopo la morte ma "si sposta" ("questi andranno"…) in altri
due luoghi dove ambedue le categorie continueranno a vivere "per l’eternità".
Ciò è confermato anche dall’uso, nel testo greco, dello stesso aggettivo "aionios"
(eterno) riferito ad ambedue i soggetti che sta a sottolineare "una condizione
di continuità".
Ciò che cambia è la qualità di questa vita: i primi infatti (gli ingiusti)
continueranno l’esistenza nelle sofferenze eterne, mentre i secondi (i giusti)
nella felicità eterna, due condizioni che si prolungheranno per sempre.
Il rapido e totale annullamento della vita dopo la morte teorizzati dalla dottrina dell’annichilimento, inoltre, eliminerebbe oltre alla punizione eterna per i non salvati, anche la gradualità della punizione di cui la Bibbia parla esplicitamente (vedi Matteo 10:15; 11:21-24; Luca 12:47-48; Ebrei 10:29). Per alcuni si tratta di verità scomode e difficili da accettare ma non per questo dobbiamo rifiutare, ignorare o fingere di non vedere ciò che è riportato chiaramente nella Sacra Scrittura. (vedi Isaia 66:24; Dan. 12:2; Matteo 18:8; Marco 3:29; 9:43-48; Tess.1:7-9; Apoc.14:9-11).
Spiritismo
Lo Spiritismo sostiene la teoria che i vivi possano comunicare con i morti, ossia con gli spiriti dei trapassati, tramite pratiche esoteriche o l’uso di un medium. Non c’è alcun esempio nelle Sacre Scritture che legittimi queste attività che anzi, al contrario, sono categoricamente proibite dall’insegnamento biblico (vedi: Lev.19:31; 20:6,27).
Non si trovi in mezzo a te (…) chi
pratichi la divinazione, né indovino, né chi interpreta presagi, né chi pratica
la magia, né chi usa incantesimi, né un medium che consulta spiriti, né uno
stregone, né chi evoca i morti, perché tutti quelli che fanno queste cose sono
in abominio all'Eterno; e a motivo di queste abominazioni, l'Eterno, il tuo DIO,
sta per scacciarli davanti a te. (Deut. 18:10-12).
Inoltre è bene sottolineare che il
Signor Gesù è colui che signoreggia sulle anime dei vivi e dei morti, e non un
medium che non ha né il potere né l’autorità di evocare i defunti. (vedi:
Rom.14:9; Apoc.1:18.) Allora come si possono spiegare i fenomeni "spiriticisti"?
Molte volte questi sono il risultato di ingannevoli manipolazioni umane o peggio
ancora sono prodotti dall’intervento di spiriti maligni e seduttori (vedi: IRe
22:22-23; ITim.4:1) pronti a ingannare le persone che consultano i medium
imitando la voce, rivelando informazioni personali o addirittura riproducendo
l’aspetto dei defunti.
Alcuni per giustificare questa pratica citano l’episodio biblico di re Saul che consultò una medium per evocare il profeta Samuele (vedi: ISam.28:7-25 ). Ma quando citiamo questo episodio non dobbiamo tralasciare il fatto che Saul fu punito dal Signore con la morte per questa azione (vedi: ICron.10:13-14 ) Dunque, in ogni caso, Saul consultando una medium, aveva peccato contro l’Eterno e di conseguenza morì. Pertanto non dobbiamo assolutamente pensare che Dio approvi tali pratiche. (vedi: Apoc.21:8; 22:15 )
Che cosa avviene nello "Stato
Intermedio" secondo la Parola?
Nella Bibbia leggiamo che prima
della venuta del Signore Gesù, tutti i morti, sia i giusti che gli ingiusti
entravano nello Sceol, l’equivalente greco di questo termine è Ades. (Vedi:
Genesi 37:35; Salmo 9:17 ). Apprendiamo dalla Sacra Scrittura che lo Sceol
probabilmente era collocato nel cuore della terra.
"Ma se l'Eterno fa una cosa
nuova, se la terra apre la sua bocca e li ingoia con tutto ciò che loro
appartiene, ed essi scendono vivi nello Sceol', allora riconoscerete che
questi uomini hanno disprezzato l'Eterno". (Numeri 16:30) ( Vedi
anche:Giobbe 11:8; Proverbi 9:18 ).
Dal racconto del Vangelo di Luca
(16:22-26) leggiamo che questo luogo era diviso in due parti: una parte è
chiamata "Seno di Abramo" ed è destinata ai giusti; l’altra parte è un luogo di
tormenti "l’Inferno" , riservato ai malvagi,. Tra queste due parti vi è un
grande baratro che impedisce di transitare da una parte all’altra.
Or avvenne che il mendicante morì e
fu portato dagli angeli nel seno di Abrahamo; morì anche il ricco e fu
sepolto. E, essendo tra i tormenti nell'inferno, alzò gli occhi e vide da
lontano Abrahamo e Lazzaro nel suo seno. Allora, gridando, disse: "Padre
Abrahamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del
dito per rinfrescarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma.
Ma Abrahamo disse: "Figlio, ricordati che tu hai ricevuto i tuoi beni durante la
tua vita e Lazzaro similmente i mali; ora invece egli è consolato e tu soffri.
Oltre a tutto ciò, fra noi e voi è posto un grande baratro, in modo tale
che coloro che vorrebbero da qui passare a voi non possono; così pure nessuno
può passare di là a noi. (Luca 16:22-26).
Pare che anche Gesù dopo esser morto scese nell’Ades o Sceol.
"Infatti, come Giona fu tre giorni
e tre notti nel ventre del grosso pesce, così starà il Figlio dell'uomo tre
giorni e tre notti nel cuore della terra." (Matteo 12:40).
Poiché tu non lascerai l'anima mia
nell'Ades e non permetterai che il tuo Santo veda la corruzione.(Atti 2:27)
Per la qual cosa la Scrittura dice:
"Essendo salito in alto, egli ha condotto prigioniera la prigionia e ha dato dei
doni agli uomini". Or questo: "È salito" che cosa vuol dire se non che prima era
pure disceso nelle parti più basse della terra? Colui che è disceso è lo stesso
che è anche salito al di sopra di tutti i cieli per riempire tutte le cose.
(Efesini 4:8-10).
Ovviamente il Signore non è disceso nella parte dello Sceol designata agli ingiusti, ma nel Seno di Abrahamo per condurre i "suoi" in Paradiso. Quindi il "Seno di Abrahamo" fu "svuotato" dal Signore. Infatti Gesù disse al buon ladrone: " Oggi tu sarai con me in paradiso". Il Paradiso è situato in cielo, precisamente al terzo cielo:
Io conosco un uomo in Cristo che,
quattordici anni fa (se con il corpo o fuori del corpo non lo so, Dio lo sa),
fu rapito fino al terzo cielo. E so che quell'uomo (se con il corpo o senza
il corpo, non lo so, Dio lo sa), fu rapito in paradiso e udì parole
ineffabili, che non è lecito ad alcun uomo di proferire. (2Corinzi 12:2-4).
Dunque, quando un credente, nato di nuovo, muore egli è immediatamente trasportato alla presenza del Signore Gesù Cristo. L’apostolo Paolo scrisse alla chiesa di Filippi:
"Perché sono stretto da due lati:
avendo il desiderio di partire da questa tenda e di essere con Cristo, il
che mi sarebbe di gran lunga migliore".( Filippesi 1:23)
L’apostolo Paolo descriveva la morte fisica come qualcosa di positivo per il credente che abbandonata la dimora terrena, si prepara ad incontrare il Signore. Egli oltre a dimorare con Cristo Gesù sarà nella compagnia dei santi che lo hanno preceduto.
2Corinzi 5:8 Ma siamo fiduciosi e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e andare ad abitare con il Signore.
Ebrei 12:22-24 Ma voi vi siete accostati al monte Sion e alla città del Dio vivente, che è la Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all'assemblea universale e alla chiesa dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti, e a Gesù, il mediatore del nuovo patto, e al sangue dell'aspersione, che dice cose migliori di quello di Abele.
Ma qual è la sorte per gli
ingiusti? Coloro che muoiono senza ravvedersi e credere in Gesù Cristo entrano
nello Sceol (o Ades) in vista della punizione eterna. In questo luogo di
sofferenza essi sono in attesa del Giudizio Finale presso il Trono Bianco dove
riceveranno la loro sentenza. Che questo luogo sia un posto vero e non fittizio
lo apprendiamo dalla Sacra Scrittura. Lo Sceol è descritto come un luogo: "di
dolore e tormento (Luca 16:24)", "profondo (Giobbe 11:8)", "oscuro (Giobbe
10:21-22)", "che ha un entrata con porte (Giobbe 19:16)" ed è un luogo di
reclusione (1Pietro 3:19).
Ross Carrozza.